Ufficialmente la nascita della fotografia, collocabile fra la Francia e l’Inghilterra, risale alla fine degli anni Trenta del 1800, ma con procedimenti ancora complessi, che non permettevano fra l’altro la riproduzione di più copie di una stessa immagine. La dagherrotipia, ad esempio: una tecnica secondo la quale l’immagine era fissata su una lastra di rame rivestita di argento esposta all’azione dello iodio. Le prime foto come le conosciamo ora, invece, arrivano verso il 1850, realizzate su lastre di vetro e riproducibili su carta.
Soltanto circa 10 anni dopo la diffusione della fotografia in nazioni come la Francia e l’Inghilterra, la fotografia arriva anche in Valposchiavo. La foto più vecchia finora reperita risale infatti al 1863.
Sono diversi i fotografi che hanno svolto la loro attività in valle fin dai primi anni in cui l’arte fotografica si è diffusa. Fra loro diversi valposchiavini e molti che venivano da Oltre Bernina, dal Ticino o dall’Italia.
Guglielmo Fanconi
1860-1914
Di famiglia cattolica, Guglielmo Fanconi è nato nel 1860 da Giulio M. Fanconi e Marianna Mengotti. Era nipote del dottor Daniele Marchioli (zio). Con la moglie Amina De Andreis, originaria della provincia di Verona, ha avuto cinque figli, fra cui Ercolina Maria Teresa che ha sposato l’italiano Tomaso Fighera, stabilitosi a Poschiavo.
Dal 1885 al 1911 ha svolto a Poschiavo l’attività di fotografo, mestiere probabilmente imparato durante un soggiorno in Italia. Si definiva, infatti, un fotografo professionista. Nel 1910 ha ritirato lo studio fotografico di Giulio Lanfranchini in Cimavilla, ma già nel 1911 dichiarava di dover cessare la propria attività, forse per ragioni di salute.
Esercitava anche il mestiere di libraio-cartolaio e di tappezziere, eseguiva lavori di legatoria ed era agente per una fabbrica di timbri. È morto nel 1914 a 54 anni.
Giulio Lanfranchini
1860- 1942
Giulio Lanfranchini è nato nel 1860 da Giulio Lanfranchini e Giuditta Paravicini. In gioventù è emigrato in Inghilterra, a Southampton, dove probabilmente ha imparato l’arte della fotografia.
Rientrato a Poschiavo, ha ricoperto varie cariche pubbliche, fra cui quella di presidente della comunità riformata, e ha aperto uno studio di fotografia nella sua casa in Cimavilla.
Sposato con Eugenia Olgiati, ha avuto cinque figli. È rimasto vedovo presto e nel 1916 si è risposato con Maria Schumacher, anch’essa emigrata in Inghilterra e poi tornata in valle, così come suo fratello Tomaso Schumacher.
Il suo studio fotografico è stato assunto dapprima da Guglielmo Fanconi, nel 1910, e nel 1919 dal fotografo di St. Moritz A. W. Kielinger. Dato che Fanconi ha cessato la sua attività già nel 1911, è probabile che Lanfranchini abbia ripreso il suo studio ancora per qualche anno.
Francesco Olgiati
1871-1953
Se la Valposchiavo dispone oggi di un ricco archivio fotografico che ne testimonia la vita, la società, il paesaggio, le attività e la loro evoluzione nel corso del tempo è soprattutto grazie a Francesco Olgiati. Barba Franzesc, così era chiamato in paese, ha lasciato centinaia di fotografie ben ordinate e commentate.
Nato a Poschiavo nel 1871 da genitori emigrati in Spagna (Romano Olgiati e Margherita Tosio), da piccolo è rimasto vittima di un incidente che gli ha causato problemi all’udito, di parola e nei movimenti. Ha avuto la fortuna di poter frequentare una scuola specializzata a Milano, dove ha ricevuto un’istruzione adeguata. Di ritorno a Poschiavo, il patrimonio di famiglia gli ha permesso di vivere dedicandosi alle sue passioni: la pesca e la fotografia.
Verso la fine dell’Ottocento ha aperto il suo laboratorio per lo sviluppo e la stampa delle foto. Macchina fotografica sempre appresso, per decenni ha girato tutta la valle immortalando persone, luoghi, avvenimenti, curiosità.
I suoi scatti documentano una Valposchiavo in grande trasformazione, che vede, ad esempio, una popolazione sempre meno dedita all’agricoltura, un paesaggio sempre più urbanizzato, l’arrivo dell’automobile anche sulle nostre strade, l’inizio dello sfruttamento idrico da parte della società Forze Motrici Brusio o la realizzazione della Ferrovia del Bernina.
Francesco Olgiati è morto nel 1953. Intorno agli anni Ottanta gli eredi hanno affidato le sue foto a Luigi Gisep, che con il tempo, grazie anche ad altri fondi ricevuti e a un paziente lavoro di collezionismo, ha realizzato un prezioso archivio di circa 2’500 fotografie storiche della Valposchiavo. Un interessante quadro di storia valligiana che ora può essere tramandato alle generazioni future.
Riccardo Fanconi
1877-1931
Nato nel 1877, Riccardo Fanconi era figlio di Pietro Fanconi e Celestina Olgiati e fratello del noto pediatra dottor Guido Fanconi. Si è sposato con Alma Fanconi-Semadeni da cui ha avuto, fra gli altri, i figli Enea e Mario.
Nel 1901 ha aperto la Farmacia delle Torri in piazza comunale, ma dopo solo due anni ha dovuto riconvertirla in drogheria a causa della rivolta dei medici, anch’essi abilitati a vendere medicinali. Nel 1902 ha fondato anche una fabbrica di acque gazose distribuite agli esercizi pubblici della valle. Accanto all’attività di commerciante si è dedicato a lungo alla fotografia, immortalando feste, persone e paesaggi. In drogheria vendeva pure macchine fotografiche, accessori per la fotografia, foto e cartoline.
Dopo la sua morte, il figlio Mario ha assunto la gestione della Drogheria Fanconi in piazza, così come l’attività di fotografo, portata avanti poi dalla moglie di Mario, Iginia Fanconi-Bindschädler, dopo la sua scomparsa prematura.
Mario e Iginia Fanconi
1906-1952 | 1913-2004
Figlio di Riccardo Fanconi e Alma Semadeni, Mario Fanconi è nato a Poschiavo nel 1906. Ha intrapreso gli studi commerciali e ha lavorato per qualche tempo dapprima a Zurigo, poi a Lione e a Milano in una fabbrica di seterie.
Nel 1932 è rientrato in valle e l’anno seguente ha assunto la drogheria in piazza. Nel 1934 ha sposato Iginia Bindschädler, figlia di Vittore Bindschädler, collaboratore della Ferrovia del Bernina, e della poschiavina Rita Lardelli.
Mario Fanconi si è impegnato molto anche in ambito politico, sociale e culturale, ricoprendo numerose cariche, fra cui: presidente della Pro Poschiavo e dell’Ente Museo Poschiavino, membro della Pro Grigioni Italiano e del Consiglio scolastico.
È venuto a mancare nel 1952 a 45 anni, lasciando nelle mani della moglie sia la drogheria, chiusa nel 1980, sia l’attività di fotografo.
Ai tre fotografi della famiglia Fanconi si deve anche l’edizione di numerose cartoline della Valposchiavo.
Fotografi di passaggio
Oltre ai fotografi locali, in Valposchiavo erano attivi anche fotografi provenienti dall’Engadina, dalla Svizzera interna, dal Ticino, così come dalla Valtellina o da diverse città del nord Italia: Milano, Genova, Torino, Padova.
Avevano i loro studi, ma per alcuni giorni all’anno diventavano itineranti: annunciavano in anticipo sulla stampa i giorni di permanenza in valle, arrivavano e offrivano i loro servizi. Oppure erano incaricati da ditte locali di eseguire una serie di fotografie delle loro aziende a scopo commerciale o pubblicitario. Un impegno non indifferente in termini di tempi di viaggio e di attrezzatura da portarsi appresso.
Alcuni nomi che ricorrono maggiormente sono: R. Guler, Zurigo, Coira, St. Moritz; A. Melcher, St. Moritz Dorf; Lienhard & Salzborn, Coira, St. Moritz; F. Solza, Genova; G. Brunel, Lugano; A. Steiner, St. Moritz; Fornasiero, Tirano.
Contributo pubblicato sul Bollettino della Società Storica Val Poschiavo, aprile 2018 – Anno 22, a cura di Alessandra Jochum-Siccardi e Pierluigi Crameri